Il mio PCI

 È uscito a fine 2021, per i 100 anni del PCI, un volume sulla storia del Partito Comunista Italiano a Terni. Confesso che è stato un vero onore per me far conoscere la storia del Partito a Marmore anche se, per motivi anagrafici, non ho militato nel PCI ma devo comunque tanto alle donne e agli uomini che hanno dato vita e sostanza a quella "isola pulita in un paese sporco"

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Nel centenario della nascita del Partito Comunista Italiano vorrei portare un mio piccolo contributo per far conoscere come il Partito è nato nel mio paese, Marmore, e come si è sviluppato, contribuendo alla crescita della comunità locale. La storia del Partito Comunista Italiano a Marmore è stata senza dubbio una lunga storia collettiva fatta di lotte, conquiste e tanta passione da parte delle donne e degli uomini che l’hanno caratterizzata fin dalla nascita. Un movimento popolare che è sempre stato un punto di riferimento per tutti gli abitanti della zona, che ha registrato alti consensi elettorali ed è stato portato spesso come esempio per le sezioni dei paesi vicini.

Nel 1921 Marmore era una borgata del Comune di Papigno (che sarà poi aggregato a quello di Terni nel 1927 per consentire l’istituzione della Provincia) abitata da contadini, braccianti e manovali edili precari e da operai. Dopo la Scissione di Livorno, tre consiglieri comunali socialisti passarono al PCdI (Partito Comunista d’Italia): Arnaldo Cresta, Pietro Ciani e Geremia Sabatini, quest’ultimo, allora Assessore, si dimise dal suo incarico in Giunta. In quegli anni le violenze fasciste nella zona sono numerose, con attacchi diretti anche dalla squadraccia fascista “La Disperatissima” di Perugia. Negli anni venti molti marmoresi vennero a contatto con antifascisti di altre parti d’Italia che erano giunti in zona per lavorare alla costruzione del Canale di Galleto. Grazie alle testimonianze lasciateci da Bruno Zenoni abbiamo la cronaca della nascita del PCI a Marmore: “Il 2 agosto 1931 si costituì a Marmore una cellula comunista, di essa facevamo parte: io (Bruno Zenoni), Olindo Fossatelli e Cervelli Carlo. Presenti alla riunione erano anche i compagni Ascani Natale, che non entrò a far parte della cellula perché in quei giorni si trasferiva ad abitare a Terni, e Pietro Ciani, mem­bro del comitato provinciale della Federazione provinciale. La riunione avvenne nella tenuta di Carlo Pasquetti, sull'argine del Velino, poco più in su dell'abbeveratoio. Filipponi Alfredo e Lello Pietro, del Comitato Direttivo Federale presiederono la riunione, alla quale partecipavano altri sei compagni di Piedi­luco, con i quali si costituirono due cellule.” Questa testimonianza è riportata nel volume “La memoria come arma” dove il professor Renato Covino raccolse nel 1996 le memorie di Zenoni. Sono gli anni in cui il PCI si struttura nella clandestinità sia all’estero che in Italia, un’organizzazione che vedrà i comunisti pronti alla Resistenza contro il nazifascismo e tra gli agitatori piu’ attivi e preparati subito dopo il 25 luglio. A Terni sarà poi il PCI ad organizzare la partenza di trecento giovani volontari per combattere con l’Esercito nella Divisione “Cremona” presso il fiume Senio, ad Alfonsine nel febbraio 1945. Tra loro Conti Menotti, indimenticato consigliere comunale marmorese e punto di riferimento per un’intera generazione di partigiani e antifascisti. Menotti durante i combattimenti perderà una gamba su una mina nei pressi di Chiavica Pedone.

 Il Partito inizia quindi a organizzarsi a Marmore negli anni trenta, fino ad allora era una cellula del PCdI di Papigno; nel 1925 risultano sei iscritti marmoresi al PCdI, nel 1988, un anno prima dell’annuncio della svolta di Occhetto, arriveranno a 234 su una popolazione di circa 900 abitanti. Negli anni duri del Ventennio fascista saranno una quarantina i marmoresi arrestati dal regime, tra questi ricordo con affetto personale Ricciardo Conti detto Pacchio e Valentino Rossi detto Cinella con i quali ho avuto modo di conoscere la storia del movimento antifascista marmorese. Negli anni trenta il Partito si fa promotore del malcontento della popolazione locale, nell’estate del 1931 i comunisti organizzarono le proteste che portano da Marmore ottanta donne a marciare verso Terni per chiedere al podestà l’acqua potabile per il paese. Nina Ascani e Irene Sapora furono arrestate perché a capo delle rivoltose. Quella lotta portò ad avere nel 1934 l’acquedotto per Marmore, Papigno, Campomicciolo e Collestatte.

Con l’inizio della lotta partigiana, anche a Marmore il PCI darà un prezioso contributo con l’impegno di donne e uomini tra la popolazione civile e con partigiani arruolati nella Brigata Garibaldina “Antonio Gramsci”. Il 2 febbraio 1944 il giovane Domenico Faggetti sarà fucilato dai tedeschi a Villa Carmine di Leonessa, il 20 maggio dello stesso anno Pietro Montesi, vecchio mazziniano, sarà ucciso davanti alla sua abitazione dai fascisti ternani. Finita la guerra quelle donne e uomini che avevano contribuito alla nascita della Repubblica saranno protagonisti nel “Partito Nuovo” delle trasformazioni in atto nella società italiana, con il sogno di realizzare una società socialista. Tra questi ho avuto la fortuna di conoscere uno dei primi segretari della Sezione marmorese dopo la Liberazione, Mario Conti, di formazione culturale autodidatta e per tutta la vita sostenitore della rivista culturale “il Calendario del Popolo”.

Bruno Zenoni ricorda il contributo dei comunisti nel secondo dopoguerra alla rinascita del borgo che in quegli anni risulta abitato prevalentemente da operai. Nelle sue memorie Zenoni ricorda che i comunisti marmoresi contribuirono alla “Istituzione della cooperativa di consumo. Squadra recupero materiale bellico e vendita di esso, con i fondi si affronteranno le prime spese per la sezione e si acqui­steranno la nostra bandiera e quella della sezione socialista. Ristabilimento dell'erogazione dell'energia elettrica, smon­tando una cabina di trasformazione nei pressi di Valle Fava, allacciando l'alimentazione dell'energia nella cabina della diga (tutto d'iniziativa nostra). Un'auto recuperata servì per i trasporti più urgenti della popolazione, un autocarro recuperato fu donato al Municipio con l'accordo che avrebbe costruito la conduttura per l'acqua potabile per gli abitanti dell'attuale via Faggetti Domenico. Costruzione della strada di Rancio. Costituzione di una scuola serale, per i ragazzi che dopo le elementari non potevano continuare gli studi.
Costituzione della società di prestito che nella breve durata ebbe una sua funzione benefica.

Nel dopoguerra Bruno Zenoni ricoprirà diversi incarichi nel Partito e nelle Istituzioni, Conti Menotti morirà giovanissimo nel 1959 e la Sezione prenderà poi il suo nome. Negli anni seguenti il PCI sarà impegnato soprattutto nel migliorare la vivibilità del paese e in difesa dei servizi pubblici essenziali. Notevole sarà il contributo dei giovani con la costituzione di un motivato gruppo della FGCI. Alcune famiglie comuniste ospiteranno bambine e bambini sfollati dopo l’alluvione del Polesine, un’iniziativa che mobilitò il Partito in tutto lo stivale. Non mancheranno gli scontri con la Chiesa e gli avversari politici: memorabile fu una scazzottata tra comunisti marmoresi e un pullman di democristiani fermo al passaggio a livello di Marmore, episodio riportato anche da Giovanni Guareschi in un numero di “Candido”.  

Negli anni settanta il Partito continua la sua crescita di iscritti e consensi in linea con il trend nazionale caratterizzato dalla guida politica e carismatica di Enrico Berlinguer. In quegli anni la “Festa dell’Unità” di Marmore al Parco Campacci diventerà la festa principale del paese, un momento di svago e riflessione costruito grazie all’impegno di tante donne e uomini anche non comunisti. Non è facile ricordarli tutti, i primi che mi vengono in mente sono: Antonia Sabatini, Adriana Donati, Pietro Paci, Paolo Sabatini, Carlo Pietraforte, Capulli Luisa, Idio Cresta, Ravelio Botondi, Ermanno Zenoni, Adelmo Conti, Virgilio Graziani detto Primuccio, Franco Casciotta, Rita Rosati, Rino Poli; vere e proprie colonne di quella Festa che manca da anni ormai ma è ancora nei ricordi di chi impegnava gran parte dell’estate per realizzarla e di chi la frequentava anche per l’ottima cucina e le belle serate.                                                                                                                                                          Il PCI marmorese aumenta la sua forza sotto la guida e l’impegno appassionato di Tonello Cresta e negli anni ottanta con Sandro Piccinini. Agli inizi degli anni ottanta un marmorese Ernesto Sabatini (mio padre), tornerà a rappresentare il territorio dai banchi del consiglio comunale.

La diffusione dell’Unità la domenica e il primo maggio con il garofano, il tesseramento, le feste dell’Unità sono iniziative che consentiranno l’acquisto di una sede di proprietà; la nuova Sezione sarà inaugurata nel 1992 quando il PCI era già stato sciolto.

L’esperienza di quel Partito è stata per me molto importante, iniziai a far politica nella Sezione PDS di Marmore (che mantenne il nome “Conti Menotti”) nel 1994, non ancora quattordicenne, fino al 2007, anno di scioglimento dei Democratici di Sinistra. Oltre alle persone sopra citate sono state importanti figure di riferimento per la mia formazione politica e non solo tante altre compagne e compagni che negli anni ho conosciuto fuori dal paese: partigiani come Comunardo Tobia e militanti appassionati come Claudio Carnieri, Luciano Zara, Antonio Bertini e Umberto Ricci, solo per ricordarne alcuni.

Tommaso Sabatini

Tommaso Sabatini
Marmorese, classe 1980. Lavoro come educatore in una comunità per minori stranieri non accompagnati. Responsabile Circoli ARCI della provincia di Terni e membro del consiglio provinciale ANPI, apicoltore nel poco tempo libero. Dal 1994 al 2007 sono stato militante del PDS e dei DS. Dal 2004 al 2009 ho ricoperto il ruolo di consigliere nella VII° Circoscrizione "Velino" a Terni.

 

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